Matteo 13,44-52 parabole: il tesoro, la perla, la rete

Parabole del tesoro, la perla, la rete
(Mt 13, 44-52) "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo". - "Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". - "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". (CCC n. 1720) Il Nuovo Testamento usa parecchie espressioni per caratterizzare la beatitudine alla quale Dio chiama l'uomo: l'avvento del regno di Dio (Mt 4,17); la visione di Dio: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8; 1 Gv 3,2; 1 Cor 13,12); l'entrata nella gioia del Signore (Mt 25,21.23); l'entrata nel riposo di Dio (Eb 4,7-11). (CCC n. 1721) Dio infatti ci ha creato per conoscerlo, servirlo e amarlo, e così giungere in paradiso. La beatitudine ci rende "partecipi della natura divina" (2 Pt 1,4) e della vita eterna (Gv 17,3). Con essa l'uomo entra nella gloria di Cristo (Rm 8,18) e nel godimento della vita trinitaria. (CCC n. 1722) Una tale beatitudine oltrepassa l'intelligenza e le sole forze umane. Essa è frutto di un dono gratuito di Dio. Per questo la si dice soprannaturale, come la grazia che dispone l'uomo ad entrare nella gioia di Dio. (CCC n. 1035) La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, "il fuoco eterno". La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

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