Matteo 17,22-23 passione secondo annunzio

Secondo annunzio della passione
(Mt 17,22-23) Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: "Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. (CCC n. 609) Accogliendo nel suo cuore umano l'amore del Padre per gli uomini, Gesù "li amò sino alla fine" (Gv 13,1), "perché nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici" (Gv 15,13). Così nella sofferenza e nella morte la sua umanità è diventata lo strumento libero e perfetto del suo amore divino che vuole la salvezza degli uomini (Eb 2,10.17-18; 4,15; 5,7-9). Infatti, egli ha liberamente accettato la sua passione e la sua morte per amore del Padre suo e degli uomini che il Padre vuole salvare: "Nessuno mi toglie [la vita], ma la offro da me stesso" (Gv 10,18). Di qui la sovrana libertà del Figlio di Dio quando va liberamente verso la morte (Gv 18,4-6; Mt 26,53).

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