Matteo 18,10-11 i piccoli e i loro angeli

I piccoli e i loro angeli
(Mt 18,10-11) "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. [E' venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era perduto]". (CCC n. 328) L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione. (CCC n. 329). La parola "angelo" designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che "vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli" (M7 18,10), essi sono "potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola" (Sal 103,20). (CCC n. 330) In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali (Lc 20,36). Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria (Dn 10,9-12).

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