Matteo 21,12-17 mercanti cacciati dal tempio

I mercanti scacciati dal tempio
(Mt 21,12-17) Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri". Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: "Osanna al figlio di Davide", si sdegnarono e gli dissero: "Non senti quello che dicono?". Gesù rispose loro: "Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?". E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betania, e là trascorse la notte. (CCC n. 584) Gesù è salito al Tempio come al luogo privilegiato dell'incontro con Dio. Per lui il Tempio è la dimora del Padre suo, una casa di preghiera, e si accende di sdegno per il fatto che il cortile esterno è diventato un luogo di commercio (Mt 21.13). Se scaccia i mercanti dal Tempio, a ciò è spinto dall'amore geloso per il Padre suo: "Non fate della casa di mio Padre un luogo di mercato. I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora (Sal 69,10)" (Gv 2,16-17). Dopo la sua risurrezione, gli Apostoli hanno conservato un religioso rispetto per il Tempio (At 2,46; 3,1; 5,20-21; ecc.).

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