Matteo 7,28-29 Gesù insegna con autorità

Gesù insegna con autorità
(Mt 7,28-29) Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. (CCC n. 581) Gesù è apparso agli occhi degli Ebrei e dei loro capi spirituali come un "rabbi" (Gv 11,28; 3,2; Mt 22,23-24.34-36). Spesso egli ha usato argomentazioni che rientravano nel quadro dell'interpretazione rabbinica della Legge (Mt 12,5; 9,12; Mc 2,23-27; Lc 6,6-9; Gv 7,22-23). Ma al tempo stesso, Gesù non poteva che urtare i dottori della Legge; infatti, non si limitava a proporre la sua interpretazione accanto alle loro; "egli insegnava come uno che ha autorità e non come i loro scribi" (Mt 7,29). In lui, è la Parola stessa di Dio, risuonata sul Sinai per dare a Mosè la Legge scritta, a farsi di nuovo sentire sul monte delle beatitudini (Mt 5,1). Questa Parola non abolisce la Legge, ma la porta a compimento dandone in maniera divina l'interpretazione definitiva: "Avete inteso che fu detto agli antichi [...]; ma io vi dico" (Mt 5,33-34). Con questa stessa autorità divina, Gesù sconfessa certe "tradizioni degli uomini" (Mc 7,8) care ai farisei i quali annullano la parola di Dio (Mc 7,13).

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