Gv 10, 7-10 Io sono la porta

(Gv 10, 7-10) Io sono la porta
[7] Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. [8] Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. [9] Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. [10] Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. (CCC 2609) Il cuore, deciso così a convertirsi, apprende a pregare nella fede. La fede è un'adesione filiale a Dio, al di là di ciò che sentiamo e comprendiamo. E' diventata possibile perché il Figlio diletto ci apre l'accesso al Padre. Egli può chiederci di “cercare” e di “bussare”, perché egli stesso è la porta e il cammino [Mt 7,7-11; 7,13-14]. (CCC 543) Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele, [Mt 10,5-7] questo Regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni [Mt 8,11; Mt 28,19]. Per accedervi, è necessario accogliere la Parola di Gesù: La Parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato in un campo: quelli che l'ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 5]. (CCC 1575) E' Cristo che ha scelto gli Apostoli e li ha resi partecipi della sua missione e della sua autorità. Innalzato alla destra del Padre, non abbandona il suo gregge, ma lo custodisce e lo protegge sempre per mezzo degli Apostoli e ancora lo conduce sotto la guida di quegli stessi pastori che continuano oggi la sua opera [Messale Romano, Prefazio degli Apostoli I]. E' dunque Cristo che stabilisce alcuni come apostoli, altri come pastori [Ef 4,11]. Egli continua ad agire per mezzo dei vescovi [Lumen gentium, 21].

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