Gv 11, 1-16 La morte di Lazzaro

(Gv 11, 1-16) La morte di Lazzaro
[1] Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. [2] Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [3] Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato". [4] All'udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato". [5] Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. [6] Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. [7] Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". [8] I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". [9] Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; [10] ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". [11] Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". [12] Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è addormentato, guarirà". [13] Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. [14] Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto [15] e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". [16] Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!". (CCC 557) “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, [Gesù] si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9,51) [Gv 13,1]. Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua passione e la sua Risurrezione [Mc 8,31-33; 9,31-32; 10,32-34]. Dirigendosi verso Gerusalemme dice: “Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme” ( Lc 13,33). (CCC 988) Il Credo cristiano - professione della nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e nella sua azione creatrice, salvifica e santificante - culmina nella proclamazione della risurrezione dei morti alla fine dei tempi, e nella vita eterna. (CCC 990) Il termine «carne» designa l’uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. La «risurrezione della carne» significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri «corpi mortali» (Rm 8, 11) riprenderanno vita. (CCC 989) Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, cosi pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto, e che egli li risusciterà nell’ultimo giorno. Come la sua, anche la nostra risurrezione sarà opera della Santissima Trinità: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11).

Post più popolari