Gv 13, 1-11 Gesù lava i piedi ai discepoli

Capitolo 13°
(Gv 13, 1-11) Gesù lava i piedi ai discepoli

[1] Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. [2] Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, [3] Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, [4] si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. [5] Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. [6] Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". [7] Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". [8] Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". [9] Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". [10] Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". [11] Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi". (CCC 1337) Il Signore, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine. Sapendo che era giunta la sua Ora di passare da questo mondo al Padre, mentre cenavano, lavò loro i piedi e diede loro il comandamento dell'amore [Gv 13,1-17]. Per lasciare loro un pegno di questo amore, per non allontanarsi mai dai suoi e renderli partecipi della sua Pasqua, istituì l'Eucaristia come memoriale della sua morte e della sua risurrezione, e comandò ai suoi apostoli di celebrarla fino al suo ritorno, costituendoli “in quel momento sacerdoti della Nuova Alleanza [Concilio di Trento: DS, 1740]. (CCC 609) Accogliendo nel suo cuore umano l'amore del Padre per gli uomini, Gesù “li amò sino alla fine” (Gv 13,1) “perché nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici” (Gv 15,13). Così nella sofferenza e nella morte, la sua umanità è diventata lo strumento libero e perfetto del suo amore divino che vuole la salvezza degli uomini [Eb 2,10; 2,17-18; 4,15; 5,7-9]. Infatti, egli ha liberamente accettato la sua passione e la sua morte per amore del Padre suo e degli uomini che il Padre vuole salvare: “Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso” (Gv 10,18). Di qui la sovrana libertà del Figlio di Dio quando va liberamente verso la morte [Gv 18,4-6; Mt 26,53]. (CCC 622) In questo consiste la redenzione di Cristo: egli “è venuto per… dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28), cioè ad amare “i suoi sino alla fine” (Gv 13,1) perché essi siano “liberati dalla” loro “vuota condotta ereditata dai” loro “padri” (1Pt 1,18).

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