Gv 13, 12-20 Vi ho dato l’esempio

(Gv 13, 12-20) Vi ho dato l’esempio
[12] Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? [13] Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. [14] Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. [15] Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [16] In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. [17] Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. [18] Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. [19] Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. [20] In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato". (CCC 1823) Gesù fa della carità il comandamento nuovo [Gv 13,34]. Amando i suoi “sino alla fine (Gv 13,1), egli manifesta l'amore che riceve dal Padre. Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E ancora: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). (CCC 1824) La carità, frutto dello Spirito e pienezza della legge, osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (15,9-10) [Mt 22,40; Rm 13,8-10]. (CCC 520) Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello: [Rm 15,5; Fil 2,5] è “l'uomo perfetto” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 38] che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, [Gv 13,15] con la sua preghiera, attira alla preghiera, [Lc 11,1] con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni [Mt 5,11-12]. (CCC 1694) Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo, [Rm 6,5] i cristiani sono “morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11) partecipando così alla vita del Risorto [Col 2,12]. Alla sequela di Cristo e in unione con lui, [Gv 15,5] i cristiani possono farsi “imitatori di Dio, quali figli carissimi”, e camminare “nella carità” (Ef 5,1), conformando i loro pensieri, le loro parole, le loro azioni ai “sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5) e seguendone gli esempi [Gv 13,12-16].

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