Gv 16, 1-4 Non hanno conosciuto il Padre

Capitolo 16°
(Gv 16, 1-4) Non hanno conosciuto il Padre

[1] “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. [2] Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. [3] E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. [4] Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi”. (CCC 520) Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello: [Rm 15,5; Fil 2,5] è “l'uomo perfetto” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 38] che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, [Gv 13,15] con la sua preghiera, attira alla preghiera, [Lc 11,1] con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni [Mt 5,11-12]. (CCC 530) La fuga in Egitto e la strage degli innocenti [Mt 2,13-18] manifestano l'opposizione delle tenebre alla luce: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto” (Gv 1,11). L'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte [Gv 15,20]. Il suo ritorno dall'Egitto [Mt 2,15] ricorda l'Esodo [Os 11,1] e presenta Gesù come il liberatore definitivo. (CCC 769) “La Chiesa… non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo”, [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48] al momento del ritorno glorioso di Cristo. Fino a quel giorno, “la Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio” [Sant'Agostino, De civitate Dei, 18, 51; Lumen gentium, 8]. Quaggiù si sente in esilio, lontana dal Signore; [2Cor 5,6; Lumen gentium, 6] “anela al Regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi al suo Re nella gloria” [Lumen gentium, 5]. Il compimento della Chiesa - e per suo mezzo del mondo - nella gloria non avverrà se non attraverso molte prove. Allora soltanto, “tutti i giusti, a partire da Adamo, "dal giusto Abele fino all'ultimo eletto", saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale” [Ib.]. (CCC 853) Ma “anche in questo nostro tempo sa bene la Chiesa quanto distanti siano tra loro il messaggio ch'essa reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il Vangelo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 43]. Solo applicandosi incessantemente “alla penitenza e al rinnovamento” [Id., Lumen gentium, 8; 15] e “camminando per l'angusta via della croce”, [Id., Ad gentes, 1] il Popolo di Dio può estendere il regno di Cristo [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 12-20]. Infatti, “come Cristo ha compiuto la sua opera di Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza” [Lumen gentium, 8].

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