Gv 16, 5-15 Il Paraclito convincerà il mondo

(Gv 16, 5-15) Il Paraclito convincerà il mondo
[5] “Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? [6] Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. [7] Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. [8] E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. [9] Quanto al peccato, perché non credono in me; [10] quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; [11] quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. [12] Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. [13] Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. [14] Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. [15] Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. (CCC 692) Gesù, quando annunzia e promette la venuta dello Spirito Santo, lo chiama “Paraclito”, letteralmente: “Colui che è chiamato vicino”, “ad-vocatus” (Gv 14,16; 14,26; 15,26; 16,7). “Paraclito” viene abitualmente tradotto “Consolatore”, essendo Gesù il primo consolatore [1Gv 2,1]. Il Signore stesso chiama lo Spirito Santo “Spirito di verità” (Gv 16,13). (CCC 1287) Questa pienezza dello Spirito non doveva rimanere soltanto del Messia, ma doveva essere comunicata a tutto il popolo messianico [Ez 36,25-27; Gl 3,1-2]. Più volte Cristo ha promesso questa effusione dello Spirito, [Lc 12,12; Gv 3,5-8; 7,37-39; 16,7-15; At 1,8] promessa che ha attuato dapprima il giorno di Pasqua [Gv 20,22] e in seguito, in modo più stupefacente, il giorno di Pentecoste [At 2,1-4]. Pieni di Spirito Santo, gli Apostoli cominciano ad “annunziare le grandi opere di Dio(At 2,11) e Pietro afferma che quella effusione dello Spirito sopra gli Apostoli è il segno dei tempi messianici [At 2,17-18]. Coloro che allora hanno creduto alla predicazione apostolica e che si sono fatti battezzare, hanno ricevuto, a loro volta, “il dono dello Spirito Santo” (At 2,38). (CCC 91) Tutti i fedeli sono partecipi della comprensione e della trasmissione della verità rivelata. Hanno ricevuto l'unzione dello Spirito Santo che insegna loro ogni cosa [1Gv 2,20; 2,27] e li guida “alla verità tutta intera (Gv 16,13). (CCC 388) Col progresso della Rivelazione viene chiarita anche la realtà del peccato. Sebbene il Popolo di Dio dell'Antico Testamento abbia in qualche modo conosciuto la condizione umana alla luce della storia della caduta narrata dalla Genesi, non era però in grado di comprendere il significato ultimo di tale storia, significato che si manifesta appieno soltanto alla luce della morte e della Risurrezione di Gesù Cristo [Rm 5,12-21]. Bisogna conoscere Cristo come sorgente della grazia per conoscere Adamo come sorgente del peccato. È lo Spirito Paraclito, mandato da Cristo risorto, che è venuto a convincere “il mondo quanto al peccato (Gv 16,8), rivelando colui che del peccato è il Redentore. (CCC 243) Prima della sua Pasqua, Gesù annunzia l'invio di un “altro Paraclito” (Difensore), lo Spirito Santo. Lo Spirito che opera fin dalla creazione, [Gen 1,2] che già aveva “parlato per mezzo dei profeti (Simbolo di Nicea-Costantinopoli), dimorerà presso i discepoli e sarà in loro, [Gv 14,17] per insegnare loro ogni cosa [Gv 14,26] e guidarli “alla verità tutta intera(Gv 16,13). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come un'altra Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre. (CCC 2673) Nella preghiera, lo Spirito Santo ci unisce alla Persona del Figlio unigenito, nella sua Umanità glorificata. Per essa ed in essa la nostra preghiera filiale entra in comunione, nella Chiesa, con la Madre di Gesù [At 1,14].

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