Gv 17, 1-8 Padre glorificami davanti a te

Capitolo 17°
(Gv 17, 1-8) Padre glorificami davanti a te

[1] Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. [2] Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. [3] Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. [4] Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. [5] E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. [6] Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. [7] Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, [8] perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato”. (CCC 2605) Quando giunge l'Ora in cui porta a compimento il Disegno di amore del Padre, Gesù lascia intravvedere l'insondabile profondità della sua preghiera filiale, non soltanto prima di consegnarsi volontariamente (Padre, ... non... la mia, ma la tua volontà”: Lc 22,42), ma anche nelle ultime sue parole sulla croce, là dove pregare e donarsi si identificano: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34); “In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43); “Donna, ecco il tuo figlio” “Ecco la tua Madre” (Gv 19,26-27); “Ho sete!” (Gv 19,28); “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34); [Sal 22,2] “Tutto è compiuto!” (Gv 19,30); “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46), fino a quel “forte gridocon il quale muore, rendendo lo spirito [Mc 15,37; Gv 19,30 b]. (CCC 2746) Quando la sua Ora è giunta, Gesù prega il Padre [Gv 17]. La sua preghiera, la più lunga trasmessaci dal Vangelo, abbraccia tutta l'Economia della creazione e della salvezza, come la sua Morte e la sua Risurrezione. La preghiera dell'Ora di Gesù rimane sempre la sua, così come la sua Pasqua, avvenuta “una volta per tutte”, resta presente nella Liturgia della sua Chiesa. (CCC 2747) La tradizione cristiana a ragione la definisce la “preghiera sacerdotale” di Gesù. E' quella del nostro Sommo Sacerdote, è inseparabile dal suo Sacrificio, dal suo “passaggio” [pasqua] al Padre, dove egli è interamente “consacrato” al Padre [Gv 17,11; 17,13; 17,19]. (CCC 2748) In questa preghiera pasquale, sacrificale, tutto è “ricapitolato” in lui: [Ef 1,10] Dio e il mondo, il Verbo e la carne, la vita eterna e il tempo, l'amore che si consegna e il peccato che lo tradisce, i discepoli presenti e quelli che per la loro parola crederanno in lui, l'annientamento e la Gloria. E' la preghiera dell'Unità. (CCC 2750) E' entrando nel santo Nome del Signore Gesù che noi possiamo accogliere, dall'interno, la preghiera che egli ci insegna: “Padre nostro!”. La sua “preghiera sacerdotale” ispira, dall'interno, le grandi domande del Pater: la sollecitudine per il Nome del Padre, [Gv 17,6; 17,11; 17,12; 17,26] la passione per il suo Regno (la Gloria), [Gv 17,1; 17,5; 17,10; 17,22; 17,23-26] il compimento della volontà del Padre, del suo Disegno di salvezza [Gv 17,2; 17,4; 17,6; 17,9; 17,11; 17,12; 17,24] e la liberazione dal male [Gv 17,15].

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