Gv 19, 17-24 Gesù è crocifisso

(Gv 19, 17-24) Gesù è crocifisso
[17] Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, [18] dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. [19] Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". [20] Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. [21] I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". [22] Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto". [23] I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. [24] Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così. (CCC 421) Secondo la fede dei cristiani, questo mondo è stato “creato” ed è “conservato nell'esistenza dall'amore del Creatore”; questo mondo è “certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma liberato da Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del Maligno...” [Gaudium et spes, 2]. (CCC 607) Questo desiderio di abbracciare il disegno di amore redentore del Padre suo anima tutta la vita di Gesù [Lc 12,50; 22,15; Mt 16,21-23] perché la sua Passione redentrice è la ragion d'essere della sua Incarnazione: “Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!” (Gv 12,27). “Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?” (Gv 18,11). E ancora sulla croce, prima che tutto sia compiuto, [Gv 19,30] egli dice: “Ho sete” (Gv 19,28). (CCC 613) La morte di Cristo è contemporaneamente il sacrificio pasquale che compie la redenzione definitiva degli uomini [1Cor 5,7; Gv 8,34-36] per mezzo dell'“Agnello che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29) [1Pt 1,19] e il sacrificio della Nuova Alleanza [1Cor 11,25] che di nuovo mette l'uomo in comunione con Dio [Es 24,8] riconciliandolo con lui mediante il sangue “versato per molti in remissione dei peccati” (Mt 26,28) [Lv 16,15-16]. (CCC 614) Questo sacrificio di Cristo è unico: compie e supera tutti i sacrifici [Eb 10,10]. Esso è innanzitutto un dono dello stesso Dio Padre che consegna il Figlio suo per riconciliare noi con lui [1Gv 4,10]. Nel medesimo tempo è offerta del Figlio di Dio fatto uomo che, liberamente e per amore, [Gv 15,13] offre la propria vita [Gv 10,17-18] al Padre suo nello Spirito Santo [Eb 9,14] per riparare la nostra disobbedienza.

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