Gv 21, 25 Ciò che Cristo ha compiuto per noi

(Gv 21, 25) Ciò che Cristo ha compiuto per noi
[25] Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. (CCC 125) I Vangeli sono il cuore di tutte le Scritture “in quanto sono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 18]. (CCC 139) I quattro Vangeli occupano un posto centrale, per la centralità che Cristo ha in essi. (CCC 516) Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv 14,9), e il Padre: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, [Eb 10,5-7] i più piccoli tratti dei suoi Misteri ci manifestano “l'amore di Dio per noi” (1Gv 4,9). (CCC 517) Tutta la vita di Cristo è Mistero di Redenzione. La Redenzione è frutto innanzi tutto del sangue della croce, [Ef 1,7; Col 1,13-14; 1Pt 1,18-19] ma questo Mistero opera nell'intera vita di Cristo: già nella sua Incarnazione, per la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà; [2Cor 8,9] nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione, [Lc 2,51] ripara la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori; [Gv 15,3] nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali “ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17); [Is 53,4] nella sua Risurrezione, con la quale ci giustifica [Rm 4,25]. (CCC 518) Tutta la vita di Cristo è Mistero di Ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l'uomo decaduto: “Allorché si è incarnato e si è fatto uomo, ha ricapitolato in se stesso la lunga storia degli uomini e in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo in Gesù Cristo ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d'essere ad immagine e somiglianza di Dio” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 1]. “Per questo appunto Cristo è passato attraverso tutte le età della vita, restituendo con ciò a tutti gli uomini la comunione con Dio” [Ib., 3, 18,7]. (CCC 519) Tutta la ricchezza di Cristoè destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di ciascuno” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 11]. Cristo non ha vissuto la sua vita per sé, ma per noi, dalla sua Incarnazione “per noi uomini e per la nostra salvezza” fino alla sua morte “per i nostri peccati” (1Cor 15,3) e alla sua Risurrezione “per la nostra giustificazione” (Rm 4,25). E anche adesso, è “nostro avvocato presso il Padre” (1Gv 2,1), “essendo sempre vivo per intercedere” a nostro favore (Eb 7,25). Con tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta sempre “al cospetto di Dio in nostro favore (Eb 9,24). (CCC 521) Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. “Con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo Corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello: Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i Misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa…Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi Misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi Misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi [San Giovanni Eudes, Tractatus de regno Iesu, Liturgia delle Ore, IV, Ufficio delle letture, venerdì della trentatreesima settimana].

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