Gv 4, 39-42 I Samaritani credono in Gesù

(Gv 4, 39-42) I Samaritani credono in Gesù
[39] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". [40] E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. [41] Molti di più credettero per la sua parola [42] e dicevano alla donna: "Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo". (CCC 457) Il Verbo si è fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio: è Dio “che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “Il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo” (1Gv 4,14). “Egli è apparso per togliere i peccati” (1Gv 3,5): “La nostra natura, malata, richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive d'importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice?” [San Gregorio di Nissa, Oratio catechetica, 15: PG 45, 48B].

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