Gv 6, 34-47 Gesù pane della vita

(Gv 6, 34-47) Gesù pane della vita
[34] Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". [35] Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. [36] Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. [37] Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, [38] perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. [39] E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. [40] Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". [41] Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". [42] E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?". [43] Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. [44] Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. [45] Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. [46] Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. [47] In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna”. (CCC 606) Il Figlio di Diodisceso dal cielo non per fare” la sua “volontà ma quella di colui che” l'ha “mandato” (Gv 6,38), “entrando nel mondo dice:… Ecco, io vengo… per fare, o Dio, la tua volontà… Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Eb 10,5-10). Dal primo istante della sua Incarnazione, il Figlio abbraccia nella sua missione redentrice il disegno divino di salvezza: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4,34). Il sacrificio di Gesù “per i peccati di tutto il mondo” (1Gv 2,2) è l'espressione della sua comunione d'amore con il Padre: “Il Padre mi ama perché io offro la mia vita” (Gv 10,17). “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato” (Gv 14,31). (CCC 2824) E' in Cristo e mediante la sua volontà umana che la Volontà del Padre è stata compiuta perfettamente e una volta per tutte. Gesù, entrando in questo mondo, ha detto: “Ecco, Io vengo,… per fare, o Dio, la tua Volontà” (Eb 10,7; Sal 40,7). Solo Gesù può affermare: “Io faccio sempre le cose che Gli sono gradite” (Gv 8,29). Nella preghiera della sua agonia, egli acconsente totalmente alla Volontà del Padre: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!” (Lc 22,42) [Gv 4,34; 5,30; 6,38]. Ecco perché Gesù “ha dato se stesso per i nostri peccati... secondo la Volontà di Dio” (Gal 1,4). “E' appunto per quella Volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del Corpo di Gesù Cristo” (Eb 10,10). (CCC 161) Credere in Gesù Cristo e in colui che l'ha mandato per la nostra salvezza, è necessario per essere salvati [Mc 16,16; Gv 3,36; 6,40 e. a]. “Poiché "senza la fede è impossibile essere graditi a Dio" (Eb 11,6) e condividere le condizioni di suoi figli, nessuno può essere mai giustificato senza di essa e nessuno conseguirà la vita eterna se non "persevererà in essa sino alla fine" (Mt 10,22; Mt 24,13)” [Concilio Vaticano I: DS, 3012; Concilio di Trento: DS, 1532].

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