Gv 6, 60-63 Le mie parole sono spirito e vita

(Gv 6, 60-63) Le mie parole sono spirito e vita
[60] Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". [61] Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? [62] E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? [63] È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita”. (CCC 1336) Il primo annunzio dell'Eucaristia ha provocato una divisione tra i discepoli, così come l'annunzio della Passione li ha scandalizzati: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” (Gv 6,60). L'Eucaristia e la croce sono pietre d'inciampo. Si tratta dello stesso mistero, ed esso non cessa di essere occasione di divisione: “Forse anche voi volete andarvene? (Gv 6,67): questa domanda del Signore continua a risuonare attraverso i secoli, come invito del suo amore a scoprire che è lui solo ad avere “parole di vita eterna” (Gv 6,68) e che accogliere nella fede il dono della sua Eucaristia è accogliere lui stesso. (CCC 729) Solo quando giunge l'Ora in cui sarà glorificato, Gesù promette la venuta dello Spirito Santo, poiché la sua Morte e la sua Risurrezione saranno il compimento della Promessa fatta ai Padri: [Gv 14,16-17; 14,26; 15,26; 16,7-15; Gv 17,26] lo Spirito di verità, l'altro Paraclito, sarà donato dal Padre per la preghiera di Gesù; sarà mandato dal Padre nel nome di Gesù; Gesù lo invierà quando sarà presso il Padre, perché è uscito dal Padre. Lo Spirito Santo verrà, noi lo conosceremo, sarà con noi per sempre, dimorerà con noi; ci insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto ciò che Cristo ci ha detto e gli renderà testimonianza; ci condurrà alla verità tutta intera e glorificherà Cristo; convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. (CCC 2766) Gesù non ci lascia una formula da ripetere meccanicamente [Mt 6,7; 1Re 18,26-29]. Come per qualsiasi preghiera vocale, è attraverso la Parola di Dio che lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio a pregare il loro Padre. Gesù non ci dà soltanto le parole della nostra preghiera filiale: ci dà al tempo stesso lo Spirito, per mezzo del quale quelle parole diventano in noi “spirito e vita (Gv 6,63). Di più: la prova e la possibilità della nostra preghiera filiale è che il Padre “ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!” (Gal 4,6). Poiché la nostra preghiera interpreta i nostri desideri presso Dio, è ancora “colui che scruta i cuori”, il Padre, che “sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i desideri di Dio” (Rm 8,27). La preghiera al Padre nostro si inserisce nella missione misteriosa del Figlio e dello Spirito.

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