Gv 6, 67-70 Confessione di Pietro

(Gv 6, 67-70) Confessione di Pietro
[67] Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". [68] Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; [69] noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". [70] Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici. (CCC 440) Gesù ha accettato la professione di fede di Pietro che lo riconosceva quale Messia, annunziando la passione ormai vicina del Figlio dell'uomo [Mt 16,16-23]. Egli ha così svelato il contenuto autentico della sua regalità messianica, nell'identità trascendente del Figlio dell'uomo “che è disceso dal cielo (Gv 3,13), [Gv 6,62; Dn 7,13] come pure nella sua missione redentrice quale Servo sofferente: “Il Figlio dell'uomo… non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28) [Is 53,10-12]. Per questo il vero senso della sua regalità si manifesta soltanto dall'alto della croce [Gv 19,19-22; Lc 23,39-43]. Solo dopo la Risurrezione, la sua regalità messianica potrà essere proclamata da Pietro davanti al popolo di Dio: “Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!” ( At 2,36). (CCC 438) La consacrazione messianica di Gesù rivela la sua missione divina. “È, d'altronde, ciò che indica il suo stesso nome, perché nel nome di Cristo è sottinteso colui che ha unto, colui che è stato unto e l'unzione stessa di cui è stato unto: colui che ha unto è il Padre, colui che è stato unto è il Figlio, ed è stato unto nello Spirito che è l'unzione” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 3]. La sua consacrazione messianica eterna si è rivelata nel tempo della sua vita terrena nel momento in cui fu battezzato da Giovanni, quando Dio lo “consacrò in Spirito Santo e potenza” (At 10,38) “perché egli fosse fatto conoscere a Israele” (Gv 1,31) come suo Messia. Le sue opere e le sue parole lo riveleranno come “il Santo di Dio” (Mc 1,24; Gv 6,69; At 3,14).

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