Gv 7, 1-10 Il mio tempo non è ancora compiuto

Capitolo 7°
(Gv 7, 1-10) Il mio tempo non è ancora compiuto

[1] Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. [2] Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; [3] i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e và nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. [4] Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!". [5] Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. [6] Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto. [7] Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive. [8] Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto". [9] Dette loro queste cose, restò nella Galilea. [10] Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. (CCC 479) Nel tempo stabilito da Dio, il Figlio unigenito del Padre, la Parola eterna, cioè il Verbo e l'Immagine sostanziale del Padre, si è incarnato: senza perdere la natura divina, ha assunto la natura umana. (CCC 559) Come Gerusalemme accoglierà il suo Messia? Dopo essersi sempre sottratto ai tentativi del popolo di farlo re, [Gv 6,15] Gesù sceglie il tempo e prepara nei dettagli il suo ingresso messianico nella città di “Davide, suo padre (Lc 1,32) [Mt 21,1-11]. È acclamato come il figlio di Davide, colui che porta la salvezza (“Hosanna” significa: “Oh, sì, salvaci!”, “donaci la salvezza!”). Ora, “Re della gloria” (Sal 24,7-10) entra nella sua città cavalcando un asino: [Zc 9,9] egli non conquista la Figlia di Sion, figura della sua Chiesa, né con l'astuzia né con la violenza, ma con l'umiltà che rende testimonianza alla Verità [Gv 18,37]. Per questo i soggetti del suo Regno, in quel giorno, sono i fanciulli [Mt 21,15-16; Sal 8,3] e i “poveri di Dio”, i quali lo acclamano come gli angeli lo avevano annunziato ai pastori [Lc 19,38; Lc 2,14]. La loro acclamazione, “Benedetto colui che viene nel Nome del Signore” (Sal 118,26), è ripresa dalla Chiesa nel “Sanctus” della Liturgia eucaristica come introduzione al memoriale della Pasqua del Signore. (CCC 600) Tutti i momenti del tempo sono presenti a Dio nella loro attualità. Egli stabilì dunque il suo disegno eterno di “predestinazione” includendovi la risposta libera di ogni uomo alla sua grazia: “Davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele [Sal 2,1-2] per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse” (At 4,27-28). Dio ha permesso gli atti derivati dal loro accecamento [Mt 26,54; Gv 18,36; 19,11] al fine di compiere il suo disegno di salvezza [At 3,17-18]. (CCC 672) Prima dell'Ascensione Cristo ha affermato che non era ancora il momento del costituirsi glorioso del Regno messianico atteso da Israele, [At 1,6-7] Regno che doveva portare a tutti gli uomini, secondo i profeti, [Is 11,1-9] l'ordine definitivo della giustizia, dell'amore e della pace. Il tempo presente è, secondo il Signore, il tempo dello Spirito e della testimonianza, [At 1,8] ma anche un tempo ancora segnato dalla “necessità” (1Cor 7,26) e dalla prova del male, [Ef 5,16] che non risparmia la Chiesa [1Pt 4,17] e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi [1Gv 2,18; 4,3; 1Tm 4,1]. È un tempo di attesa e di vigilanza [Mt 25,1-13; Mc 13,33-37]. (CCC 730) Infine viene l'Ora di Gesù: [Gv 13,1; 17,1] Gesù consegna il suo spirito nelle mani del Padre [Lc 23,46; Gv 19,30] nel momento in cui con la sua morte vince la morte, in modo che, “risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre” (Rm 6,4), egli dona subito lo Spirito Santo “alitando” sui suoi discepoli [Gv 20,22]. A partire da questa Ora, la missione di Cristo e dello Spirito diviene la missione della Chiesa: “Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi” (Gv 20,21) [Mt 28,19; Lc 24,47-48; At 1,8].

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