At 10, 34-44 Lo Spirito scende sui pagani

(At 10, 34-44) Lo Spirito scende sui pagani
[34] Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, [35] ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. [36] Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. [37] Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; [38] cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. [39] E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, [40] ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, [41] non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. [42] E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. [43] Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome". [44] Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. (CCC 761) La convocazione del Popolo di Dio ha inizio nel momento in cui il peccato distrugge la comunione degli uomini con Dio e quella degli uomini tra di loro. La convocazione della Chiesa è, per così dire, la reazione di Dio di fronte al caos provocato dal peccato. Questa riunificazione si realizza segretamente in seno a tutti i popoli: “Chi teme” Dio “e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto” (At 10,35) [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9; 13; 16]. (CCC 453) Il nome “Cristo” significa “Unto”, “Messia”. Gesù è il Cristo perché Dio lo “consacrò in Spirito Santo e potenza (At 10,38). Egli era colui che doveva venire, [Lc 7,19] l'oggetto “della speranza d'Israele” (At 28,20). (CCC 486) Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è “Cristo”, cioè unto dallo Spirito Santo, [Mt 1,20; Lc 1,35] sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori, [Lc 2,8-20] ai magi, [Mt 2,1-12] a Giovanni Battista, [Gv 1,31-34] ai discepoli [Gv 2,11]. L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque “come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza” (At 10,38). (CCC 679) Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha “acquisito” questo diritto con la sua croce. Anche il Padre “ha rimesso ogni giudizio al Figlio” (Gv 5,22) [Gv 5,27; Mt 25,31; At 10,42; 17,31; 2Tm 4,1]. Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare [Gv 3,17] e per donare la vita che è in lui [Gv 5,26]. È per il rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso, [Gv 3,18; 12,48] riceve secondo le sue opere [1Cor 3,12-15] e può anche condannarsi per l'eternità rifiutando lo Spirito d'amore [Mt 12,32; Eb 6,4-6; 10,26-31]. (CCC 852) “Lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la missione ecclesiale” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 21]. È lui che conduce la Chiesa sulle vie della missione. Essa “continua e sviluppa nel corso della storia la missione del Cristo stesso, inviato a portare la Buona Novella ai poveri; sotto l'influsso dello Spirito di Cristo, essa deve procedere per la stessa strada seguita da Cristo, la strada cioè della povertà, dell'obbedienza, del servizio e del sacrificio di sé…, fino alla morte, da cui uscì vincitore” con la risurrezione [Ad gentes, 5]. È così che “il sangue dei martiri è seme di cristiani” [Tertulliano, Apologeticus, 50].

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