At 16, 29-34 Carceriere e famiglia battezzati

(At 16, 29-34) Carceriere e famiglia battezzati
[29] Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila; [30] poi li condusse fuori e disse: "Signori, cosa devo fare per esser salvato?". [31] Risposero: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia". [32] E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. [33] Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi; [34] poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. (CCC 1226) Dal giorno della Pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: “Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a chiunque crede in Gesù: giudei, timorati di Dio, pagani [At 2,41; 8,12-13; 10,48; 16,15]. Il Battesimo appare sempre legato alla fede: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia”, dichiara san Paolo al suo carceriere a Filippi. Il racconto continua: “Subito il carceriere si fece battezzare con tutti i suoi (At 16,31-33). (CCC 1655) Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla Santa Famiglia di Giuseppe e di Maria. La Chiesa non è altro che la “famiglia di Dio. Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti [At 18,8]. Allorché si convertivano, desideravano che anche tutta la loro famiglia fosse salvata [At 16,31; 11,14]. Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di vita cristiana in un mondo incredulo. (CCC 1656) Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza, come focolari di fede viva e irradiante. E' per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un'antica espressione, chiama la famiglia “Ecclesia domestica” Chiesa domestica [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 21]. E' in seno alla famiglia che “i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l'esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale” [Lumen gentium, 11].

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