At 18, 24-28 Apollo a Efeso e a Corinto

(At 18, 24-28) Apollo a Efeso e a Corinto
[24] Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture. [25] Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. [26] Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio. [27] Poiché egli desiderava passare nell'Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; [28] confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo. (CCC 904) “Cristo… adempie la sua funzione profetica… non solo per mezzo della gerarchia… ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni” dotandoli “del senso della fede e della grazia della parola” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]: “Istruire qualcuno per condurlo alla fede è il compito di ogni predicatore e anche di ogni credente” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 71, 4, ad 3]. (CCC 905) I laici compiono la loro missione profetica anche mediante l'evangelizzazione, cioè con l'annunzio di Cristofatto con la testimonianza della vita e con la parola”. Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici “acquista una certa nota specifica e una particolare efficacia, dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]: “Tale apostolato non consiste nella sola testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola, sia ai credenti... sia agli infedeli” [Id., Apostolicam actuositatem, 6; Id., Ad gentes, 15]. (CCC 906) Tra i fedeli laici coloro che ne sono capaci e che vi si preparano possono anche prestare la loro collaborazione alla formazione catechistica, [CIC canoni 774; 776; 780] all'insegnamento delle scienze sacre, [can. 229] ai mezzi di comunicazione sociale [can. 822, §3].

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