At 5, 17-21 Dio libera gli apostoli dalla prigione

(At 5, 17-21) Dio libera gli apostoli dalla prigione
[17] Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, [18] e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica. [19] Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: [20] "Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita". [21] Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare. (CCC 328) L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione. (CCC 329) Sant'Agostino dice a loro riguardo: “Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus - La parola angelo designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo” [Sant'Agostino, Enarratio in Psalmos, 103, 1, 15]. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che “vedono sempre la faccia del Padre… che è nei cieli” (Mt 18,10), essi sono “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” (Sal 103,20). (CCC 330) In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali [Pio XII, Lett. enc. Humani generis: DS, 3891] e immortali [Lc 20,36]. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria [Dn 10,9-12]. (CCC 334) Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli [At 5,18-20; 8,26-29; 10,3-8; 12,6-11; 27,23-25]. (CCC 335) Nella Liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; [Messale Romano, “Sanctus”] invoca la loro assistenza (così nell'“In Paradisum deducant te angeli…” - In Paradiso ti accompagnino gli angeli - della Liturgia dei defunti, o ancora nell'“Inno dei Cherubini” della Liturgia bizantina), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi). (CCC 336) Dal suo inizio [Mt 18,10] fino all'ora della morte [Lc 16,22] la vita umana è circondata dalla loro protezione [Sal 34,8; 91,10-13] e dalla loro intercessione [Gb 33,23-24; Zc 1,12; Tb 12,12]. “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita” [San Basilio di Cesarea, Adversus Eunomium, 3, 1: PG 29, 656B]. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.

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