1 Cor 1, 17-21 Mandato a predicare il vangelo

(1 Cor 1, 17-21) Mandato a predicare il vangelo
[17] Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. [18] La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. [19] Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti. [20] Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? [21] Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. (CCC 1151) Nella sua predicazione il Signore Gesù si serve spesso dei segni della creazione per far conoscere i misteri del Regno di Dio [Lc 8,10]. Compie guarigioni o dà rilievo alla sua predicazione con segni o gesti simbolici [Gv 9,6; Mc 7,33-35; 8,22-25]. Conferisce un nuovo significato ai fatti e ai segni dell'Antica Alleanza, specialmente all'Esodo e alla Pasqua, [Lc 9,31; 22,7-20] poiché egli stesso è il significato di tutti questi segni. (CCC 76) La trasmissione del Vangelo, secondo il comando del Signore, è stata fatta in due modi: - oralmente, “dagli Apostoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che o avevano ricevuto dalla bocca, dal vivere insieme e dalle opere di Cristo, o avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo”; - per iscritto, “da quegli Apostoli e uomini della loro cerchia, i quali, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, misero in iscritto l'annunzio della salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 7]. (CCC 77) “Affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, gli Apostoli lasciarono come successori i vescovi, ad essi affidando il loro proprio compito di magistero” [Dei Verbum, 7]. Infatti, “la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei tempi” [Dei Verbum, 8]. (CCC 78) Questa trasmissione viva, compiuta nello Spirito Santo, è chiamata Tradizione, in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene sia ad essa strettamente legata. Per suo tramite “la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni, tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede” [Dei Verbum, 8]. “Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega” [Ib.]. (CCC 79) In tal modo la comunicazione, che il Padre ha fatto di sé mediante il suo Verbo nello Spirito Santo, rimane presente e operante nella Chiesa: “Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce del Vangelo risuona nella Chiesa, e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti a tutta intera la verità e fa risiedere in essi abbondantemente la Parola di Cristo” [Dei Verbum, 8].

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