1 Cor 1, 27-29 Scelte di Dio nel mondo

(1 Cor 1, 27-29) Scelte di Dio nel mondo
[27] Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, [28] Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, [29] perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. (CCC 268) Di tutti gli attributi divini, nel Simbolo si nomina soltanto l'onnipotenza di Dio: confessarla è di grande importanza per la nostra vita. Noi crediamo che tale onnipotenza è universale, perché Dio, che tutto ha creato [Gen 1,1; Gv 1,3], tutto governa e tutto può; amante, perché Dio è nostro Padre; [Mt 6,9] misteriosa, perché soltanto la fede può riconoscere allorché “si manifesta nella debolezza(2Cor 12,9) [1Cor 1,18]. (CCC 273) Soltanto la fede può aderire alle vie misteriose dell'onnipotenza di Dio. Per questa fede, ci si gloria delle proprie debolezze per attirare su di sé la potenza di Cristo [2Cor 12,9; Fil 4,13]. Di questa fede il supremo modello è la Vergine Maria: ella ha creduto che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37) e ha potuto magnificare il Signore: “Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome” (Lc 1,49). (CCC 489) Nel corso dell'Antica Alleanza, la missione di Maria è stata preparata da quella di sante donne. All'inizio c'è Eva: malgrado la sua disobbedienza, ella riceve la promessa di una discendenza che sarà vittoriosa sul maligno [Gn 3,15], e quella d'essere la madre di tutti i viventi [Gn 3,20]. In forza di questa promessa, Sara concepisce un figlio nonostante la sua vecchiaia [Gn 18,10-14; 21,1-2]. Contro ogni umana attesa, Dio sceglie ciò che era ritenuto impotente e debole [1Cor 1,27] per mostrare la sua fedeltà alla promessa: Anna, la madre di Samuele [1Sam, 1], Debora, Rut, Giuditta e Ester, e molte altre donne. Maria “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. Infine con lei, la eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 55]. (CCC 494) All'annunzio che avrebbe dato alla luce “il Figlio dell'Altissimo” senza conoscere uomo, per la potenza dello Spirito Santo [Lc 1,28-37], Maria ha risposto con “l'obbedienza della fede” (Rm 1,5), certa che nulla è impossibile a Dio: “Io sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Così, dando il proprio assenso alla Parola di Dio, Maria è diventata Madre di Gesù e, abbracciando con tutto l'animo e senza essere ritardata da nessun peccato la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente alla persona e all'opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione, sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente” [Lumen gentium, 56]: “Come dice sant'Ireneo, “obbedendo divenne causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano” [Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 22, 4: PG 7, 959]. Con lui, non pochi antichi Padri affermano: “Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l'obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria ha sciolto con la sua fede” [Ib.], e, fatto il paragone con Eva, chiamano Maria “la Madre dei viventi” e affermano spesso: “la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria” [II, Lumen gentium, 56].

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