1 Cor 2, 1-5 Annunziare solo Cristo crocifisso

Capitolo 2°
(1 Cor 2, 1-5) Annunziare solo Cristo crocifisso

[1] Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. [2] Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. [3] Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; [4] e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, [5] perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. (CCC 618) La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo “mediatore tra Dio e gli uomini(1Tm 2,5). Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, “si è unito in certo modo ad ogni uomo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22], egli offre “a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale” [Ib.]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo [Mt 16,24], poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [1Pt 2,21]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Lc 2,35]. Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire al cielo [Santa Rosa da Lima; P. Hansen, Vita mirabilis, Roma 1664]. (CCC 619) “Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture” (1Cor 15,3). (CCC 620) La nostra salvezza proviene dall'iniziativa d'amore di Dio per noi poiché “è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2Cor 5,19). (CCC 621) Gesù si è liberamente offerto per la nostra salvezza. Egli significa e realizza questo dono in precedenza durante l'ultima Cena: “Questo è il mio Corpo che è dato per voi” (Lc 22,19). (CCC 622) In questo consiste la redenzione di Cristo: egli “è venuto per […] dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28), cioè ad amare “i suoi sino alla fine” (Gv 13,1) perché essi siano “liberati dalla” loro “vuota condotta ereditata dai” loro “padri” (1Pt 1,18). (CCC 623 Mediante la sua obbedienza di amore al Padre “fino alla morte di croce” (Fil 2,8), Gesù compie la missione espiatrice [Is 53,10] del Servo sofferente che giustifica molti addossandosi la loro iniquità [Is 53,11; Rm 5,19]. (CCC 624 “Per la grazia di Dio, egli” ha provato “la morte a vantaggio di tutti(Eb 2,9). Nel suo disegno di salvezza, Dio ha disposto che il Figlio suo non solamente morisse “per i nostri peccati (1Cor 15,3) ma anche “provasse la morte”, ossia conoscesse lo stato di morte, lo stato di separazione tra la sua anima e il suo Corpo per il tempo compreso tra il momento in cui egli è spirato sulla croce e il momento in cui è risuscitato. Questo stato di Cristo morto è il mistero del sepolcro e della discesa agli inferi. È il mistero del Sabato Santo in cui Cristo deposto nel sepolcro [Gv 19,42] manifesta il grande riposo sabbatico di Dio [Eb 4,4-9] dopo il compimento [Gv 19,30] della salvezza degli uomini che mette in pace l'universo intero [Col 1,18-20].

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