1 Cor 2, 14-16 Noi abbiamo il pensiero di Cristo

(1 Cor 2, 14-16) Noi abbiamo il pensiero di Cristo
[14] L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. [15] L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. [16] Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. (CCC 2038) Nell'opera di insegnamento e di applicazione della morale cristiana, la Chiesa ha bisogno della dedizione dei Pastori, della scienza dei teologi, del contributo di tutti i cristiani e degli uomini di buona volontà. Attraverso la fede e la pratica del Vangelo i singoli fanno un'esperienza della “vita in Cristo”, che li illumina e li rende capaci di discernere le realtà divine e umane secondo lo Spirito di Dio [1Cor 2,10-15]. Così lo Spirito Santo può servirsi dei più umili per illuminare i sapienti e i più eminenti in dignità. (CCC 308) Dio agisce in tutto l'agire delle sue creature: è una verità inseparabile dalla fede in Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle cause seconde e per mezzo di esse: “È Dio infatti che suscita” in noi “il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13) [1Cor 12,6]. Lungi dallo sminuire la dignità della creatura, questa verità la accresce. Infatti la creatura, tratta dal nulla dalla potenza, dalla sapienza e dalla bontà di Dio, niente può se è separata dalla propria origine, perché “la creatura senza il Creatore svanisce” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36]; ancor meno può raggiungere il suo fine ultimo senza l'aiuto della grazia [Mt 19,26; Gv 15,5; Fil 4,13]. (CCC 1697) Nella catechesi è importante mettere in luce con estrema chiarezza la gioia e le esigenze della via di Cristo [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 29]. La catechesi della “vita nuova” (Rm 6,4) in lui sarà: - una catechesi dello Spirito Santo, maestro interiore della vita secondo Cristo, dolce ospite e amico che ispira, conduce, corregge e fortifica questa vita; - una catechesi della grazia, poiché è per grazia che siamo salvati ed è ancora per grazia che le nostre opere possono portare frutto per la vita eterna; - una catechesi delle beatitudini, infatti la via di Cristo è riassunta nelle beatitudini, il solo cammino verso la felicità eterna, cui aspira il cuore dell'uomo; - una catechesi del peccato e del perdono, poiché, se se non si riconosce peccatore, l'uomo non può conoscere la verità su se stesso, condizione del retto agire, e senza l'offerta del perdono non potrebbe sopportare tale verità; - una catechesi delle virtù umane, che conduce a cogliere la bellezza e l'attrattiva delle rette disposizioni per il bene; - una catechesi delle virtù cristiane della fede, della speranza e della carità, che si ispira al sublime esempio dei santi; - una catechesi del duplice comandamento della carità sviluppato nel Decalogo; - una catechesi ecclesiale, perché è nei molteplici scambi dei “beni spirituali” nella “comunione dei santi” che la vita cristiana può crescere, svilupparsi e comunicarsi. (CCC 1698) Il riferimento primo e ultimo di tale catechesi sarà sempre Gesù Cristo stesso, che è “la via, la verità e la vita(Gv 14,6). Guardando a lui nella fede, i cristiani possono sperare che egli stesso realizzi in loro le sue promesse, e che, amandolo con l'amore con cui egli li ha amati, compiano le opere che si addicono alla loro dignità: “Vi prego di considerare che […] Gesù Cristo nostro Signore è il vostro vero Capo e che voi siete una delle sue membra. […] Egli sta a voi come il capo alle membra; tutto ciò che è suo è vostro, il suo Spirito, il suo cuore, il suo corpo, la sua anima e tutte le sue facoltà, […] e voi dovete usarne come se fossero cose vostre, per servire, lodare, amare e glorificare Dio. Voi appartenete a lui, come le membra al loro capo. Allo stesso modo egli desidera ardentemente usare tutto ciò che è in voi, al servizio e per la gloria del Padre, come se fossero cose che gli appartengono” [San Giovanni Eudes, Le Coeur admirable de la Très Sacrée Mère de Dieu, 1, 5: Oeuvres completes, v. 6, Paris 1908, p. 113-114]. “Per me il vivere è Cristo” (Fil 1,21).

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