1 Cor 3, 12-15 Si edifica su questo fondamento

(1 Cor 3, 12-15) Si edifica su questo fondamento
[12] E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, [13] l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. [14] Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; [15] ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. (CCC 307) Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua Provvidenza, affidando loro la responsabilità di “soggiogare” la terra e di dominarla [Gen 1,26-28]. In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze [Col 1,24]. Allora diventano in pienezza “collaboratori di Dio” (1Cor 3,9; 1Ts 3,2) e del suo Regno [Col 4,11]. (CCC 1030) Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gloria del cielo. (CCC 1031) La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei Concilii di Firenze [DS 1304) e di Trento [DS 1820; DS 1580]. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura [1Cor 3,15; 1Pt 1,7], parla di un fuoco purificatore: “Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del Giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro. Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro” [San Gregorio Magno, Dialogi, 4, 41, 3: PL 77, 396]. (CCC 696) Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la fecondità della Vita donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che “sorse simile al fuoco” e la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1), con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte Carmelo, [1Re 18,38-39] figura del fuoco dello Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al Signore “con lo spirito e la forza di Elia” (Lc 1,17), annunzia Cristo come colui che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). È sotto la forma di “lingue come di fuoco” che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il mattino di Pentecoste e li riempie di sé (At 2,3-4). La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito Santo [San Giovanni della Croce, Llama de amor viva, Burgos 1931, 1-102; 103-213]. “Non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19).

Post più popolari