1 Cor 7, 25-31 Sposi celibi vergini vedove

(1 Cor 7, 25-31) Sposi celibi vergini vedove
[25] Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. [26] Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così. [27] Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla. [28] Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele. [29] Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; [30] coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; [31] quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! (CCC 504) Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria perché egli è il nuovo Adamo [1Cor 15,45] che inaugura la nuova creazione: “Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo” (1Cor 15,47). L'umanità di Cristo, fin dal suo concepimento, è ricolma dello Spirito Santo perché Dio gli “dà lo Spirito senza misura (Gv 3,34). “Dalla pienezza” di lui, capo dell'umanità redenta [Col 1,18], “noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,16). (CCC 505) Gesù, il nuovo Adamo, inaugura con il suo concepimento verginale la nuova nascita dei figli di adozione nello Spirito Santo per la fede. “Come è possibile?” (Lc 1,34) [Gv 3,9]. La partecipazione alla vita divina non proviene “da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio(Gv 1,13). L'accoglienza di questa vita è verginale perché è interamente donata all'uomo dallo Spirito. Il senso sponsale della vocazione umana in rapporto a Dio [2Cor 11,2] si compie perfettamente nella maternità verginale di Maria. (CCC 2346) La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio. (CCC 2348) Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è “rivestito di Cristo” (Gal 3,27), modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità. (CCC 2349) “La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 11]. Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza: “Ci sono tre forme della virtù di castità: quella degli sposi, quella della vedovanza, infine quella della verginità. Non lodiamo l'una escludendo le altre. […] Sotto questo aspetto, la disciplina della Chiesa è ricca [Sant'Ambrogio, De viduis, 23: PL 16, 241-242]. (CCC 922) Fin dai tempi apostolici, ci furono vergini [1 Cor 7,34-36) e vedove [Giovanni Polo II, Esort. Ap. Vita consecrata, 7] cristiane che, chiamate dal Signore a dedicarsi esclusivamente a lui in una maggiore libertà di cuore, di corpo e di spirito, hanno preso la decisione, approvata dalla Chiesa, di vivere nello stato rispettivamente di verginità o di castità perpetuaper il Regno dei cieli” (Mt 19,12).

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