Rm 11, 16-24 L’oleastro e l’olivo buono

(Rm 11, 16-24) L’oleastro e l’olivo buono
[16] Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami. [17] Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, [18] non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. [19] Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io! [20] Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi! [21] Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te! [22] Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso. [23] Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo! [24] Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo! (CCC 755) “La Chiesa è il podere o campo di Dio” [1Cor 3,9]. In quel campo cresce l'antico olivo, la cui santa radice sono stati i patriarchi e nel quale è avvenuta e avverrà la riconciliazione dei Giudei e delle genti [Rm 11,13-26]. Essa è stata piantata dal celeste Agricoltore come vigna scelta [Mt 21,33-43; Is 5,1-7]. Cristo è la vera Vite, che dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi, che per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui e senza di lui nulla possiamo fare [Gv 15,1-5]” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 6]. (CCC 60) Il popolo discendente da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai patriarchi, il popolo della elezione [Rm 11,28], chiamato a preparare la ricomposizione, un giorno, nell'unità della Chiesa, di tutti i figli di Dio [Gv 11,52; 10,16 ]; questo popolo sarà la radice su cui verranno innestati i pagani diventati credenti [Rm 11,17-18; 11,24].

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