Rm 12, 19-21 Vinci il male con il bene

(Rm 12, 19-21) Vinci il male con il bene
[19] Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. [20] Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. [21] Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. (CCC 2635) Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo “il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Fil 2,4), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [S. Stefano che prega per i suoi uccisori, come Gesù: At 7,60; Lc 23,28.34]. (CCC 1825) Cristo è morto per amore verso di noi, quando eravamo ancora “nemici” (Rm 5,10). Il Signore ci chiede di amare come lui, perfino i nostri nemici [Mt 5,44], di farci il prossimo del più lontano [Lc 10,27-37], di amare i bambini [Mc 9,37] e i poveri come lui stesso [Mt 25,40.45]. L'Apostolo san Paolo ha dato un ineguagliabile quadro della carità:La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 13,4-7).

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