Rm 14, 10-13 Cessiamo di giudicarci gli uni gli altri

(Rm 14, 10-13) Cessiamo di giudicarci gli uni gli altri
[10] Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, [11] poiché sta scritto: Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio. [12] Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. [13] Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello. (CCC 2475) I discepoli di Cristo hanno rivestito “l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4,24). “Deposta la menzogna” [Ef 4,25], essi hanno deposto “ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza” (1Pt 2,1). (CCC 2478) Per evitare il giudizio temerario, ciascuno cercherà di interpretare, per quanto è possibile, in un senso favorevole i pensieri, le parole e le azioni del suo prossimo: “Ogni buon cristiano deve essere più disposto a salvare l'espressione oscura del prossimo che a condannarla; e se non la può salvare, cerchi di sapere quale significato egli le dà; e, se le desse un significato erroneo, lo corregga con amore; e, se non basta, cerchi tutti i mezzi adatti perché, dandole il significato giusto, si salvi dall’errore” [Sant'Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 22].

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