Rm 8, 37-39 Nulla potrà mai separarci dall’amore

(Rm 8, 37-39) Nulla potrà mai separarci dall’amore
[37] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. [38] Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, [39] né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (CCC 257) “O lux, beata Trinitas et principalis Unitas - O luce, Trinità beata e originaria Unità!” [Inno ai Secondi Vespri della Domenica, Settimane 2 e 4: Liturgia Horarum]. Dio è eterna beatitudine, vita immortale, luce senza tramonto. Dio è Amore: Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio liberamente vuol comunicare la gloria della sua vita beata. Tale è il disegno della “sua benevolenza[Ef 1,9], disegno che ha concepito prima della creazione del mondo nel suo Figlio diletto, “predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef 1,5), cioè “ad essere conformi all'immagine del Figlio suo” (Rm 8,29), in forza dello “Spirito da figli adottivi” (Rm 8,15). Questo progetto è una “grazia che ci è stata data… fin dall'eternità” (2Tm 1,9) e che ha come sorgente l'amore trinitario. Si dispiega nell'opera della creazione, in tutta la storia della salvezza dopo la caduta, nella missione del Figlio e in quella dello Spirito, che si prolunga nella missione della Chiesa [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 2-9]. (CCC 736) È per questa potenza dello Spirito che i figli di Dio possono portare frutto. Colui che ci ha innestati sulla vera Vite, farà sì che portiamo il frutto dello Spirito che “è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22-23). Lo Spirito è la nostra vita; quanto più rinunciamo a noi stessi, [Mt 16,24-26] tanto più lo Spirito fa che anche operiamo (Gal 5,25). “Con lo Spirito Santo, che rende spirituali, c'è la riammissione al Paradiso, il ritorno alla condizione di figlio, il coraggio di chiamare Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di Cristo, l'essere chiamato figlio della luce, il condividere la gloria eterna” [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu Sancto, 15, 36: PG 32, 132]. (CCC 735) Egli dona allora la “caparra” o le “primizie” della nostra eredità [Rm 8,23; 2Cor 1,21]; la vita stessa della Santissima Trinità che consiste nell'amare come egli ci ha amati [1Gv 4,11-12]. Questo amore [la carità di 1Cor 13] è il principio della vita nuova in Cristo, resa possibile dal fatto che abbiamo “forza dallo Spirito Santo” (At 1,8).

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