Rm 9, 19-24 In Dio pazienza e misericordia

(Rm 9, 19-24) In Dio pazienza e misericordia
[19] Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?". [20] O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". [21] Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? [22] Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, già pronti per la perdizione, [23] e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria, [24] cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani, che potremmo dire?”. (CCC 2822) La volontà del Padre nostro è “che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Egli “usa pazienza […], non volendo che alcuno perisca” (2Pt 3,9) [Mt 18,14]. Il suo comandamento, che compendia tutti gli altri e ci manifesta la sua Volontà, è che ci amiamo gli uni gli altri, come egli ci ha amato [Gv 13,34; 1Gv 3; 4; Lc 10,25-37]. (CCC 2823) “Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva […] prestabilito […], il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose […]. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà” (Ef 1,9-11). Noi chiediamo con insistenza che si realizzi pienamente questo disegno di benevolenza sulla terra, come già è realizzato in cielo. (CCC 211) Il Nome divino “Io Sono” o “Egli È” esprime la fedeltà di Dio il quale, malgrado l'infedeltà del peccato degli uomini e il castigo che merita, “conserva il suo favore per mille generazioni” (Es 34,7). Dio rivela di essere “ricco di misericordia” (Ef 2,4) arrivando a dare il suo Figlio. Gesù, donando la vita per liberarci dal peccato, rivelerà che anch'egli porta il Nome divino: “Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono” (Gv 8,28).

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