1 Tm 2, 1-2 Fate preghiere per chi sta al potere

Capitolo 2
(1 Tm 2, 1-2) Fate preghiere per chi sta al potere

[1] Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, [2] per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità.
(CCC 1349) La liturgia della Parola comprende “gli scritti dei profeti”, cioè l'Antico Testamento, e “le memorie degli Apostoli”, ossia le loro lettere e i Vangeli; all'omelia, che esorta ad accogliere questa parola “come è veramente, quale Parola di Dio” (1Ts 2,13) e a metterla in pratica, seguono le intercessioni per tutti gli uomini, secondo la parola dell'Apostolo: “Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere” (1Tm 2,1-2). (CCC 2238) Coloro che sono sottomessi all'autorità considereranno i loro superiori come rappresentanti di Dio, che li ha costituiti ministri dei suoi doni (Rm 13,1-2): “State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore […]. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio” (1Pt 2,13.16). La leale collaborazione dei cittadini comporta il diritto, talvolta il dovere, di fare le giuste rimostranze su ciò che a loro sembra nuocere alla dignità delle persone e al bene della comunità. (CCC 2239) E' dovere dei cittadini dare il proprio apporto ai poteri civili per il bene della società in spirito di verità, di giustizia, di solidarietà e di libertà. L'amore e il servizio della patria derivano dal dovere di riconoscenza e dall'ordine della carità. La sottomissione alle autorità legittime e il servizio del bene comune esigono dai cittadini che essi compiano la loro funzione nella vita della comunità politica. (CCC 2240) La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese: “Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto” (Rm 13,7). I cristiani “abitano nella propria patria, ma come pellegrini; partecipano alla vita pubblica come cittadini, ma da tutto sono staccati come stranieri... Obbediscono alle leggi vigenti, ma con la loro vita superano le leggi... Così eccelso è il posto loro assegnato da Dio, e non è lecito disertarlo” [Lettera a Diogneto, 5, 5; 10; 6, 10]. L'Apostolo ci esorta ad elevare preghiere ed azioni di grazie “per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità” (1Tm 2,2).

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