1 Tm 3, 1-7 Il vescovo sia irreprensibile sobrio prudente

Capitolo 3
(1 Tm 3, 1-7) Il vescovo sia irreprensibile sobrio prudente

[1] È degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. [2] Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, [3] non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. [4] Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, [5] perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? [6] Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo. [7] È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.
(CCC 1590) San Paolo dice al suo discepolo Timoteo: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani” (2Tm 1,6), e: “Se uno aspira all'Episcopato, desidera un nobile lavoro” (1Tm 3,1). A Tito diceva: “Per questo ti ho lasciato a Creta, perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato” (Tt 1,5). (CCC 1591) Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. Grazie al battesimo, tutti i fedeli partecipano al sacerdozio di Cristo. Tale partecipazione si chiama “sacerdozio comune dei fedeli”. Sulla sua base e al suo servizio esiste un'altra partecipazione alla missione di Cristo: quella del ministero conferito dal sacramento dell'Ordine, la cui funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla comunità. (CCC 1592) Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento (munus docendi), il culto divino (munus liturgicum) e il governo pastorale (munus regendi). (CCC 1593) Fin dalle origini, il ministero ordinato è stato conferito ed esercitato in tre gradi: quello dei Vescovi, quello dei presbiteri e quello dei diaconi. I ministeri conferiti dall'ordinazione sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: senza il Vescovo, i presbiteri e i diaconi, non si può parlare di Chiesa [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Trallianos, 3, 1]. (CCC 1594) Il Vescovo riceve la pienezza del sacramento dell'Ordine che lo inserisce nel Collegio episcopale e fa di lui il capo visibile della Chiesa particolare che gli è affidata. I Vescovi, in quanto successori degli Apostoli e membri del Collegio, hanno parte alla responsabilità apostolica e alla missione di tutta la Chiesa sotto l'autorità del Papa, successore di san Pietro.

Post più popolari