1 Tm 3, 8-13 I diaconi: dignitosi, fede, coscienza pura

(1 Tm 3, 8-13) I diaconi: dignitosi, fede, coscienza pura
[8] Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, [9] e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. [10] Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. [11] Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. [12] I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie. [13] Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.
(CCC 1569) “In un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani "non per il sacerdozio, ma per il servizio"” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 29; Id., Christus Dominus, 15]. Per l'ordinazione al diaconato soltanto il Vescovo impone le mani, significando così che il diacono è legato in modo speciale al Vescovo nei compiti della sua “diaconia” [Sant'Ippolito di Roma, Traditio apostolica, 8]. (CCC 1570) I diaconi partecipano in una maniera particolare alla missione e alla grazia di Cristo [Lumen gentium, 41; Id., Ad gentes, 16]. Il sacramento dell'Ordine imprime in loro un sigillo (“carattere”) che nulla può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto “diacono”, cioè servo di tutti [Mc 10,45; Lc 22,27; San Policarpo di Smirne, Epistula ad Philippenses, 5, 2]. Compete ai diaconi, tra l'altro, assistere il Vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell'Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il Matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità [Lumen gentium, 29; Id., Sacrosanctum concilium, 35, 4; Id., Ad gentes, 16]. (CCC 1571) Dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa latina ha ripristinato il diaconato come un grado proprio e permanente della gerarchia, [Lumen gentium, 29] mentre le Chiese d'Oriente lo avevano sempre conservato. Il diaconato permanente, che può essere conferito a uomini sposati, costituisce un importante arricchimento per la missione della Chiesa. In realtà, è conveniente e utile che gli uomini che nella Chiesa adempiono un ministero veramente diaconale, sia nella vita liturgica e pastorale, sia nelle opere sociali e caritative “siano fortificati per mezzo dell'imposizione delle mani, trasmessa dal tempo degli Apostoli, e siano più strettamente uniti all'altare, per poter esplicare più fruttuosamente il loro ministero con l'aiuto della grazia sacramentale del diaconato” [Id., Ad gentes, 16].

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