1 Ts 5, 26-28 La grazia del Signore Gesù sia con voi

(1 Ts 5, 26-28) La grazia del Signore Gesù sia con voi
[26] Salutate tutti i fratelli con il bacio santo. [27] Vi scongiuro, per il Signore, che si legga questa lettera a tutti i fratelli. [28] La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi. (CCC 2003) La grazia è innanzitutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli altri e alla crescita del corpo di Cristo, la Chiesa. Sono le grazie sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti. Sono inoltre le grazie speciali chiamate anche carismi con il termine greco usato da san Paolo, che significa favore, dono gratuito, beneficio [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12]. Qualunque sia la loro natura a volte straordinaria, come il dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono ordinati alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa. Sono al servizio della carità che edifica la Chiesa [1 Cor 12]. (CCC 799) Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo. (CCC 800) I carismi devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi [1 Cor 13]. (CCC 801) È in questo senso che si dimostra sempre necessario il discernimento dei carismi. Nessun carisma dispensa dal riferirsi e sottomettersi ai Pastori della Chiesa, “ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12], affinché tutti i carismi, nella loro diversità e complementarità, cooperino all'“utilità comune” (1 Cor 12,7) [Lumen gentium, 30; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 24].

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