Col 4, 2-4 Perseverate nella preghiera e vegliate

(Col 4, 2-4) Perseverate nella preghiera e vegliate
[2] Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. [3] Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare il mistero di Cristo, per il quale mi trovo in catene: [4] che possa davvero manifestarlo, parlandone come devo. (CCC 2638) Come nella preghiera di domanda, ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento. Le lettere di san Paolo spesso cominciano e si concludono con un'azione di grazie e sempre vi è presente il Signore Gesù.In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Ts 5,18). “Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie” (Col 4,2). (CCC 2636) Le prime comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione [At 12,5; 20,36; 21,5; 2Cor 9,14]. L'Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo ministero del Vangelo [Ef 6,18-20; Col 4,3-4; 1Ts 5,25], ma intercede anche per esse [Fil 1,3-4; Col 1,3; 2Ts 1,11]. L'intercessione dei cristiani non conosce frontiere: “per tutti gli uomini […] per tutti quelli che stanno al potere” (1Tm 2,1), per coloro che perseguitano [Rm 12,14], per la salvezza di coloro che rifiutano il Vangelo [Rm 10,1]. (CCC 2849) Il combattimento e la vittoria sono possibili solo nella preghiera. E' per mezzo della sua preghiera che Gesù è vittorioso sul tentatore, fin dall'inizio [Mt 4,1-11] e nell'ultimo combattimento della sua agonia [Mt 26,36-44]. Ed è al suo combattimento e alla sua agonia che Cristo ci unisce in questa domanda al Padre nostro. La vigilanza del cuore, in unione alla sua, è richiamata insistentemente [Mc 13,9.23.33-37; 14,38; Lc 12,35-40]. La vigilanza è “custodia del cuore” e Gesù chiede al Padre di custodirci nel suo nome [Gv 17,11]. Lo Spirito Santo opera per suscitare in noi, senza posa, questa vigilanza [1Cor 16,13; Col 4,2; 1Ts 5,6; 1Pt 5,8]. Questa domanda acquista tutto il suo significato drammatico in rapporto alla tentazione finale del nostro combattimento quaggiù; implora la perseveranza finale. “Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante (Ap 16,15).

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