Eb 1, 8-9 Del Figlio dice: il tuo trono, Dio, sta in eterno

(Eb 1, 8-9) Del Figlio dice: il tuo trono, Dio, sta in eterno
[8] Del Figlio invece afferma: Il tuo trono, Dio, sta in eterno e: Scettro giusto è lo scettro del tuo regno; [9] hai amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni.
(CCC 1137) L'Apocalisse di san Giovanni, letta nella liturgia della Chiesa, ci rivela prima di tutto “un trono nel cielo, e sul trono Uno seduto” (Ap 4,2): “il Signore” (Is 6,1; cf Ez 1,26-28). Poi l'Agnello, “ritto […] come immolato” (Ap 5,6; cf Gv 1,29): il Cristo crocifisso e risorto, l'unico Sommo Sacerdote del vero santuario [Eb 4,14-15; 10,19-21; ecc], lo stesso “che offre e che viene offerto, che dona ed è donato” [Liturgia bizantina. Anafora di San Giovanni Crisostomo; PG 63, 913]. Infine, il “fiume di acqua viva” che scaturisce “dal trono di Dio e dell'Agnello” (Ap 22,1), uno dei simboli più belli dello Spirito Santo [Gv 4,10-14; Ap 21,6]. (CCC 1138) “Ricapitolati” in Cristo, partecipano al servizio della lode di Dio e al compimento del suo disegno: le Potenze celesti [Ap 4-5; Is 6,2-3 ], tutta la creazione (i quattro esseri viventi), i servitori dell'Antica e della Nuova Alleanza (i ventiquattro vegliardi), il nuovo popolo di Dio (i centoquarantaquattromila) [Ap 7,1-8; 14,1], in particolare i martiri “immolati a causa della Parola di Dio” (Ap 6,9), e la santissima Madre di Dio [Donna: Ap 12; Sposa dell'Agnello: Ap 21,9] infine “una moltitudine immensa, che nessuno” può contare, “di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7,9). (CCC 1136) La liturgia è “azione” di “Cristo tutto intero” (“totius Christi”). Coloro che qui la celebrano, al di là dei segni, sono già nella liturgia celeste, dove la celebrazione è totalmente comunione e festa.

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