Eb 2, 14-15 I figli hanno in comune sangue e carne

(Eb 2, 14-15) I figli hanno in comune sangue e carne
[14] Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, [15] e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
(CCC 635) Cristo, dunque, è disceso nella profondità della morte [Mt 12,40; Rm 10,7; Ef 4,9] affinché i “morti” udissero “la voce del Figlio di Dio (Gv 5,25) e, ascoltandola, vivessero. Gesù “l'Autore della vita” (At 3,15), ha ridotto “all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavololiberando “così tutti quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,14-15). Ormai Cristo risuscitato ha “potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1,18) e “nel nome di Gesù ogni ginocchio” si piega “nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fil 2,10). “Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormivano. […] Egli va a cercare il primo padre, come la pecora smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva, che si trovano in prigione. […] “Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio. […] Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la Vita dei morti” [Antica omelia sul santo e grande Sabato: PG 43, 440. 452. 461].

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