Eb 3, 1-4 Fratelli santi fissate bene lo sguardo in Gesù

Capitolo 3
(Eb 3, 1-4) Fratelli santi fissate bene lo sguardo in Gesù

[1] Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, [2] il quale è fedele a colui che l'ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. [3] Ma in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di tanta maggior gloria, quanto l'onore del costruttore della casa supera quello della casa stessa. [4] Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio.
(CCC 117) Il senso spirituale. Data l'unità del disegno di Dio, non soltanto il testo della Scrittura, ma anche le realtà e gli avvenimenti di cui parla possono essere dei segni. 1. Il senso allegorico. Possiamo giungere ad una comprensione più profonda degli avvenimenti se riconosciamo il loro significato in Cristo; così, la traversata del Mar Rosso è un segno della vittoria di Cristo, e quindi del Battesimo [1Cor 10,2]. 2. Il senso morale. Gli avvenimenti narrati nella Scrittura possono condurci ad agire rettamente. Sono stati scritti “per ammonimento nostro” (1Cor 10,11) [Eb 3-4,11]. 3. Il senso anagogico. Possiamo vedere certe realtà e certi avvenimenti nel loro significato eterno, che ci conduce (in greco: “anagoge”) verso la nostra Patria. Così la Chiesa sulla terra è segno della Gerusalemme celeste [Ap 21,1-22,5]. (CCC 118) Un distico medievale riassume il significato dei quattro sensi: “Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia” (Agostino di Dacia, Rotulus pugillaris I). “La lettera insegna i fatti, l'allegoria che cosa credere, il senso morale che cosa fare, e l'anagogia dove tendere”. (CCC 119) “È compito degli esegeti contribuire, secondo queste regole, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della Sacra Scrittura, affinché, con studi in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa. Tutto questo, infatti, che concerne il modo di interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare ed interpretare la Parola di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 12]. “Ego vero Evangelio non crederem, nisi me catholicae Ecclesiae commoveret auctoritas - Non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l'autorità della Chiesa cattolica” [Sant'Agostino, Contra epistulam Manichaei quam vocant fundamenti, 5, 6: PL 42, 176]. (CCC 132) “Lo studio della Sacra Scrittura sia dunque come l'anima della sacra teologia. Anche il ministero della Parola, cioè la predicazione pastorale, la catechesi e tutta l'istruzione cristiana, nella quale l'omelia liturgica deve avere un posto privilegiato, si nutre con profitto e santamente vigoreggia con la parola della Scrittura” [Dei Verbum, 24].

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