Eb 3, 15-19 Oggi non indurite i vostri cuori

(Eb 3, 15-19) Oggi non indurite i vostri cuori
[15] Quando pertanto si dice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, [16] chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di Mosè? [17] E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? [18] E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? [19] In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.
(CCC 2659) Noi impariamo a pregare in momenti particolari, quando ascoltiamo la Parola del Signore e quando partecipiamo al suo mistero pasquale; ma è in ogni tempo, nelle vicende di ogni giorno, che ci viene dato il suo Spirito perché faccia sgorgare la preghiera. L'insegnamento di Gesù sulla preghiera al Padre nostro è nella medesima linea di quello sulla provvidenza [Mt 6,11; 6,34]: il tempo è nelle mani del Padre; è nel presente che lo incontriamo: né ieri né domani, ma oggi:Ascoltate oggi la sua voce: "Non indurite il cuore"” (Sal 95,8). (CCC 1085) Nella Liturgia della Chiesa Cristo significa e realizza principalmente il suo Mistero pasquale. Durante la sua vita terrena, Gesù annunziava con il suo insegnamento e anticipava con le sue azioni il suo Mistero pasquale. Venuta la sua Ora [Gv 13,1; 17,1], egli vive l'unico avvenimento della storia che non passa: Gesù muore, è sepolto, risuscita dai morti e siede alla destra del Padre “una volta per tutte (Rm 6,10; Eb 7,27; 9,12). E' un evento reale, accaduto nella nostra storia, ma è unico: tutti gli altri avvenimenti della storia accadono una volta, poi passano, inghiottiti nel passato. Il mistero pasquale di Cristo, invece, non può rimanere soltanto nel passato, dal momento che con la sua morte egli ha distrutto la morte, e tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi e in essi è reso presente. L'evento della croce e della risurrezione rimane e attira tutto verso la vita. (CCC 1271) Il Battesimo costituisce il fondamento della comunione tra tutti i cristiani, anche con quanti non sono ancora nella piena comunione con la Chiesa cattolica: “Quelli infatti che credono in Cristo ed hanno ricevuto debitamente il Battesimo, sono costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica. […] Giustificati nel Battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristo, e perciò sono a ragione insigniti del nome di cristiani, e dai figli della Chiesa cattolica sono giustamente riconosciuti come fratelli nel Signore” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 3]. “Il Battesimo quindi costituisce il vincolo sacramentale dell'unità che vige tra tutti quelli che per mezzo di esso sono stati rigenerati” [Ib., 22].

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