Eb 4, 12 La parola di Dio è viva, efficace, tagliente

(Eb 4, 12) La parola di Dio è viva, efficace, tagliente
[12] Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
(CCC 1190) La liturgia della Parola è parte integrante della celebrazione. Il significato della celebrazione viene espresso dalla Parola di Dio che è annunziata e dall'impegno della fede che ad essa risponde. (CCC 1184) La sede del Vescovo (cattedra) o del presbitero “deve mostrare il compito che egli ha di presiedere l'assemblea e di guidare la preghiera” [Principi e norme per l'uso del Messale Romano, 271: Messale romano]. L'ambone: “L'importanza della Parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata e verso il quale, durante la liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l'attenzione dei fedeli” [Ib., 272]. (CCC 2835) Questa domanda e la responsabilità che comporta, valgono anche per un'altra fame di cui gli uomini soffrono: “Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4) [Dt 8,3], cioè della sua Parola e del suo Spirito. I cristiani devono mobilitare tutto il loro impegno per “annunziare il Vangelo ai poveri”. C'è una fame sulla terra, “non fame di pane, né sete di acqua, ma di ascoltare la Parola di Dio” (Am 8,11). Perciò il senso specificamente cristiano di questa quarta domanda riguarda il Pane di Vita: la Parola di Dio da accogliere nella fede, il Corpo di Cristo ricevuto nell'Eucaristia [Gv 6,26-58]. (CCC 2653) La Chiesa “esorta con forza e insistenza tutti i fedeli […] ad apprendere "la sublime scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture […]. Però la lettura della Sacra Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio e l'uomo; poiché "gli parliamo quando preghiamo e lo ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini"” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 25; Sant'Ambrogio, De officiis ministrorum, 1, 88: PL 16, 50]. (CCC 2654) I Padri della vita spirituale, parafrasando Mt 7,7, così riassumono le disposizioni del cuore nutrito dalla Parola di Dio nella preghiera: “Cercate leggendo e troverete meditando; bussate pregando e vi sarà aperto dalla contemplazione” [Guigo il Certosino, Scala claustralium, 2, 2: PL 184, 476]. (CCC 2655) La missione di Cristo e dello Spirito Santo che, nella Liturgia sacramentale della Chiesa, annunzia, attualizza e comunica il mistero della salvezza, prosegue nel cuore che prega. I Padri della vita spirituale talvolta paragonano il cuore a un altare. La preghiera interiorizza ed assimila la liturgia durante e dopo la sua celebrazione. Anche quando è vissuta “nel segreto” (Mt 6,6), la preghiera è sempre preghiera della Chiesa, è comunione con la Santissima Trinità [Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 9; Liturgia delle Ore, v. 1]. (CCC 2656) Si entra nella preghiera come si entra nella liturgia: per la porta stretta della fede. Attraverso i segni della sua presenza, è il volto del Signore che cerchiamo e desideriamo, è la sua parola che vogliamo ascoltare e custodire.

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