Eb 4, 2 Anche a noi fu annunziata una buona novella

(Eb 4, 2) Anche a noi fu annunziata una buona novella
[2] Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato.
(CCC 1100) La Parola di Dio. Lo Spirito Santo ricorda in primo luogo all'assemblea liturgica il senso dell'evento della salvezza dando vita alla Parola di Dio che viene annunziata per essere accolta e vissuta: “Massima è l'importanza della Sacra Scrittura nel celebrare la Liturgia. Da essa infatti vengono tratte le letture da spiegare nell'omelia e i salmi da cantare; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preci, le orazioni e gli inni liturgici, e da essa prendono significato le azioni e i segni” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 24]. (CCC 1176) Celebrare la liturgia delle Ore richiede non soltanto di far concordare la voce con il cuore che prega, ma anche di procurarsi “una più ricca istruzione liturgica e biblica, specialmente riguardo ai salmi” [Sacrosanctum concilium, 90]. (CCC 2587) Il Salterio è il libro in cui la Parola di Dio diventa preghiera dell'uomo. Negli altri libri dell'Antico Testamento “le parole dichiarano le opere di Dio per gli uomini e chiariscono il mistero in esse contenuto” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 2]. Nel Salterio le parole del salmista esprimono, cantandole per Dio, le sue opere salvifiche. Il medesimo Spirito ispira l'opera di Dio e la risposta dell'uomo. Cristo unirà l'una e l'altra. In lui, i salmi non cessano di insegnarci a pregare. (CCC 1160) L'iconografia cristiana trascrive attraverso l'immagine il messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la Parola. Immagine e Parola si illuminano: “In poche parole, noi intendiamo custodire gelosamente intatte tutte le tradizioni della Chiesa, sia scritte che orali. Una di queste riguarda la raffigurazione del modello mediante una immagine, in quanto si accordi con la lettera del messaggio evangelico, in quanto serva a confermare la vera e non fantomatica incarnazione del Verbo di Dio e procuri a noi analogo vantaggio, perché le cose rinviano l'una all'altra in ciò che raffigurano come in ciò che senza ambiguità esse significano” [Concilio di Nicea II (anno 787), Terminus COD p. 135].

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