Eb 5, 11-14 Il nutrimento solido è per gli uomini fatti

(Eb 5, 11-14) Il nutrimento solido è per gli uomini fatti
[11] Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. [12] Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. [13] Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. [14] Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo.
(CCC 104) Nella Sacra Scrittura, la Chiesa trova incessantemente il suo nutrimento e il suo vigore [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 24]; infatti attraverso la divina Scrittura essa non accoglie soltanto una parola umana, ma quello che è realmente: Parola di Dio [1Ts 2,13]. “Nei Libri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro” [Dei Verbum, 21]. (CCC 1392) Ciò che l'alimento materiale produce nella nostra vita fisica, la Comunione lo realizza in modo mirabile nella nostra vita spirituale. La Comunione alla Carne del Cristo risorto, “vivificata dallo Spirito Santo e vivificante” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 5], conserva, accresce e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo. La crescita della vita cristiana richiede di essere alimentata dalla Comunione eucaristica, pane del nostro pellegrinaggio, fino al momento della morte, quando ci sarà dato come viatico. (CCC 1393) La Comunione ci separa dal peccato. Il Corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è “dato per noi”, e il Sangue che beviamo, è “sparso per molti in remissione dei peccati”. Perciò l'Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci, nello stesso tempo, dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri: “Ogni volta che lo riceviamo, annunziamo la morte del Signore” [1Cor 11,26]. Se annunziamo la morte, annunziamo la remissione dei peccati. Se, ogni volta che il suo Sangue viene sparso, viene sparso per la remissione dei peccati, devo riceverlo sempre, perché sempre mi rimetta i peccati. Io che pecco sempre, devo sempre disporre della medicina [Sant'Ambrogio, De sacramentis, 4, 28: PL 16, 446]. (CCC 1388) E' conforme al significato stesso dell'Eucaristia che i fedeli, se hanno le disposizioni richieste [CIC canoni 916-917], si comunichino quando partecipano alla Messa [CIC 917. I fedeli nel medesimo giorno possono ricevere la S.S. Eucaristia solo una seconda volta (cf Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico, Responsa ad proposita dubia, 1: AAS 76 (1984), p. 746)]: “Si raccomanda molto quella partecipazione più perfetta alla Messa, per la quale i fedeli, dopo la Comunione del sacerdote, ricevono il Corpo del Signore dal medesimo Sacrificio” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 55].

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