Eb 8, 11-13 Non mi ricorderò più dei loro peccati

(Eb 8, 11-13) Non mi ricorderò più dei loro peccati
[11] Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino, né alcuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Tutti infatti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro. [12] Perché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati. [13] Dicendo però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.
(CCC 1106) Insieme con l'anamnesi, l'epiclesi è il cuore di ogni celebrazione sacramentale, in modo particolare dell'Eucaristia: “Tu chiedi in che modo il pane diventa Corpo di Cristo e il vino […] Sangue di Cristo? Te lo dico io: lo Spirito Santo discende e realizza ciò che supera ogni parola e ogni pensiero. […] Ti basti sapere che questo avviene per opera dello Spirito Santo, allo stesso modo che dalla Santa Vergine e per mezzo dello Spirito Santo il Signore, da se stesso e in se stesso, assunse la carne” [San Giovanni Damasceno, Expositio fidei, 86 (De fide orthodoxa, 4, 13): PG 94, 1141. 1145]. (CCC 1090) “Nella liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa Città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro dei santi e del vero tabernacolo; con tutte le schiere della milizia celeste cantiamo al Signore l'inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di ottenere un qualche posto con essi; aspettiamo, quale Salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli comparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 8; Id., Lumen Gentium, 50]. (CCC 1110) Nella liturgia della Chiesa Dio Padre è benedetto e adorato come la sorgente di tutte le benedizioni della creazione e della salvezza, con le quali ci ha benedetti nel suo Figlio, per donarci lo Spirito dell'adozione filiale. (CCC 1111) L'opera di Cristo nella liturgia è sacramentale perché il suo mistero di salvezza vi è reso presente mediante la potenza del suo Santo Spirito; perché il suo corpo, che è la Chiesa, è come il sacramento (segno e strumento) nel quale lo Spirito Santo dispensa il mistero della salvezza; perché, attraverso le sue azioni liturgiche, la Chiesa pellegrina nel tempo partecipa già, pregustandola, alla liturgia celeste. (CCC 1112) La missione dello Spirito Santo nella liturgia della Chiesa è di preparare l'assemblea a incontrare Cristo; di ricordare e manifestare Cristo alla fede dell'assemblea; di rendere presente e attualizzare, con la sua potenza trasformatrice, l'opera salvifica di Cristo, e di far fruttificare il dono della comunione nella Chiesa.

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