Eb 9, 6-7 Il sommo sacerdote offriva per se stesso

(Eb 9, 6-7) Il sommo sacerdote offriva per se stesso
[6] Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; [7] nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all'anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo.
(CCC 1546) Cristo, sommo sacerdote e unico mediatore, ha fatto della Chiesa “un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre(Ap 1,6; cf Ap 5,9-10; 1Pt 2,5; 2,9). “Tutta la comunità dei credenti è, come tale, sacerdotale. I fedeli esercitano il loro sacerdozio battesimale attraverso la partecipazione, ciascuno secondo la vocazione sua propria, alla missione di Cristo, Sacerdote, Profeta e Re. E' per mezzo dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione che i fedeli “vengono consacrati a formare [...] un sacerdozio santo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 10]. (CCC 1123) “I sacramenti sono ordinati alla santificazione degli uomini, all'edificazione del Corpo di Cristo, e, infine, a rendere culto a Dio; in quanto segni, hanno poi anche la funzione di istruire. Non solo suppongono la fede, ma con le parole e gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono; perciò vengono chiamati sacramenti della fede” [Id., Sacrosanctum concilium, 59]. (CCC 1121) I tre sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine conferiscono, oltre la grazia, un carattere sacramentale o “sigillo” in forza del quale il cristiano partecipa al sacerdozio di Cristo e fa parte della Chiesa secondo stati e funzioni diverse. Questa configurazione a Cristo e alla Chiesa, realizzata dallo Spirito, è indelebile [Concilio di Trento: DS, 1609]; essa rimane per sempre nel cristiano come disposizione positiva alla grazia, come promessa e garanzia della protezione divina e come vocazione al culto divino e al servizio della Chiesa. Tali sacramenti non possono dunque mai essere ripetuti. (CCC 1125) Per questo motivo nessun rito sacramentale può essere modificato o manipolato dal ministro o dalla comunità a loro piacimento. Neppure l'autorità suprema nella Chiesa può cambiare la liturgia a sua discrezione, ma unicamente nell'obbedienza della fede e nel religioso rispetto del mistero della liturgia. (CCC 1126) Inoltre, poiché i sacramenti esprimono e sviluppano la comunione di fede nella Chiesa, la lex orandi è uno dei criteri essenziali del dialogo che cerca di ricomporre l'unità dei cristiani [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 2; 15].

Post più popolari