Tt 2, 1 Insegna ciò che è secondo la sana dottrina

Capitolo 2
(Tt 2, 1) Insegna ciò che è secondo la sana dottrina

[1] Tu però insegna ciò che è secondo la sana dottrina:
(CCC 427) “Nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto lo è in riferimento a lui; solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo a Cristo di insegnare per bocca sua. [...] Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa parola di Gesù: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato" (Gv 7,16)” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 6]. (CCC 2763) Tutte le Scritture (la Legge, i Profeti e i Salmi) sono compiute in Cristo [Lc 24,44]. Il Vangelo è questa “Lieta notizia”. Il suo primo annunzio è riassunto da san Matteo nel Discorso della montagna [Mt 5-7]. Ebbene, la preghiera del Padre nostro è al centro di questo annuncio. E' in questo contesto che si illumina ogni domanda della preghiera che ci ha lasciato il Signore: La preghiera del Pater Noster è perfettissima […]. Nella Preghiera del Signore non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell'ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae II-II, 83, 9, c]. (CCC 2764) Il Discorso della montagna è dottrina di vita, l'Orazione domenicale è preghiera, ma nell'uno e nell'altra lo Spirito del Signore dà una nuova forma ai nostri desideri, a questi moti interiori che animano la nostra vita. Gesù ci insegna la vita nuova con le sue parole e ci educa a chiederla mediante la preghiera. Dalla rettitudine della nostra preghiera dipenderà quella della nostra vita in lui. (CCC 10) Non c'è, quindi, da meravigliarsi del fatto che nel dinamismo generato dal Concilio Vaticano II (che il Papa Paolo VI considerava come il grande catechismo dei tempi moderni), la catechesi della Chiesa abbia di nuovo attirato l'attenzione. Lo testimoniano il Direttorio catechistico generale del 1971, le sessioni del Sinodo dei Vescovi dedicate all'evangelizzazione (1974) e alla catechesi (1977), le corrispondenti esortazioni apostoliche, Evangelii nuntiandi (1975) e Catechesi tradendae (1979). L’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi del 1985 chiese “Moltissimi hanno espresso il desiderio che venga composto un Catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale” [Sinodo dei Vescovi 1985, Relazione finale II, B, a, 4]. Il Santo Padre, Giovanni Paolo II, ha fatto suo questo desiderio espresso dal Sinodo dei Vescovi, riconoscendo: “Il desiderio risponde appieno ad una vera esigenza della Chiesa universale e delle Chiese particolari” [Giovanni Paolo II, Discorso di chiusura dell’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi (7 dicembre 1985), 6], e si è alacremente adoperato perché il desiderio dei Padri del Sinodo si realizzasse. (CCC 13) Il piano di questo catechismo si ispira alla grande tradizione dei catechismi che articolano la catechesi attorno a quattro “pilastri”: la professione della fede battesimale (il Simbolo), i sacramenti della fede, la vita di fede (i Comandamenti), la preghiera del credente (il “Padre nostro”).

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