Tt 2, 9-10 Non rubino, ma dimostrino fedeltà

(Tt 2, 9-10) Non rubino, ma dimostrino fedeltà
[9] Esorta gli schiavi a esser sottomessi in tutto ai loro padroni; li accontentino e non li contraddicano, [10] non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.
(CCC 2455) La legge morale proibisce gli atti che, a scopi mercantili o totalitari, provocano l'asservimento di esseri umani, il loro acquisto, la loro vendita, il loro scambio, come fossero merci. (CCC 2460) Il valore primario del lavoro riguarda l'uomo stesso, il quale ne è l'autore e il destinatario. Mediante il lavoro, l'uomo partecipa all'opera della creazione. Compiuto in unione con Cristo, il lavoro può essere redentivo. (CCC 2461) Il vero sviluppo è quello dell'uomo nella sua integralità. Si tratta di far crescere la capacità di ogni persona a rispondere alla propria vocazione, quindi alla chiamata di Dio [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 29]. (CCC 2450) “Non rubare” (Dt 5,19). “Né ladri, né avari, [...] né rapaci erediteranno il Regno di Dio” (1Cor 6,10). (CCC 2451) Il settimo comandamento prescrive la pratica della giustizia e della carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano. (CCC 2452) I beni della creazione sono destinati all'intero genere umano. Il diritto alla proprietà privata non abolisce la destinazione universale dei beni. (CCC 2453) Il settimo comandamento proibisce il furto. Il furto consiste nell'usurpare il bene altrui, contro la volontà ragionevole del proprietario. (CCC 2454) Ogni modo di prendere ed usare ingiustamente i beni altrui è contrario al settimo comandamento. L'ingiustizia commessa esige riparazione. La giustizia commutativa esige la restituzione di ciò che si è si è rubato. (CCC 2456) Il dominio accordato dal Creatore all'uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali dell'universo, non può essere disgiunto dal rispetto degli obblighi morali, compresi quelli che riguardano le generazioni future. (CCC 2457) Gli animali sono affidati all'uomo, il quale dev'essere benevolo verso di essi. Possono servire alla giusta soddisfazione dei suoi bisogni. (CCC 2458) La Chiesa dà un giudizio in materia economica e sociale quando i diritti fondamentali della persona o la salvezza delle anime lo esigono. Essa si interessa del bene comune temporale degli uomini in funzione del suo ordinamento al Bene supremo, ultimo nostro fine. (CCC 2459) L'uomo stesso è l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economica e sociale. Il nodo decisivo della questione sociale è che i beni creati da Dio per tutti, in effetti arrivino a tutti, secondo la giustizia e con l'aiuto della carità.

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